Fisarmonica, accordéon, akkordion: chiamatela come volete. L'importante è suonarla da dio, come sa fare il ventottenne artista lituano Martynas Levickis, una star nel suo paese e in Gran Bretagna
#millenials è il tema del Mittelfest 2018 di Cividale del Friuli, vetrina di giovani e brillanti artisti mitteleuropei, appartenenti alla generazione cresciuta all'ombra dell'Unione Europea.
«Talenti freschi, non appesantiti dal passato, confidenti nelle nuove tecnologie e nella visione globale del mondo», come li definisce Haris Pašović, il regista bosniaco neo direttore artistico della manifestazione friulana.
Uno di loro è il fisarmonicista lituano Martynas Levickis, classe 1990, che dopo gli studi in patria si è perfezionato alla Royal Academy di Londra e alla Musikene di San Sebastián. Il primo fisarmonicista scritturato dall'etichetta Decca Classics, conquistando con il CD d'esordio le vette delle classifiche inglesi. Un talento versatile che non disdegna di esibirsi in veste di direttore d'orchestra, o di assumere certi atteggiamenti da rock star giramondo.
Un solista giovane e di enorme talento
Atteso a Cividale per la sua prima esibizione italiana, Levickis si è presentato il 7 luglio con la Vilnius City Ensamble Mikroorkestra, dinamica formazione d'archi da lui fondata nel 2015: insieme hanno eseguito il suo arrangiamento de Le quattro stagioni di Vivaldi, con una chitarra classica bene in vista al posto del cembalo. Adattamento molto personale, molto disinvolto, molto impertinente, e dallo spirito decisamente pop.
Tale cioè da far saltare sulla sedia gli amanti della filologia, perché del capolavoro del Prete Rosso rimane in piedi l'ossatura e poco più, su cui Levickis elabora una nuova massa sonora, accattivante e piacevole, i cui tratti di esteriore brillantezza sono pensati per mettere in luce le risorse di poliedrico creatore d'una grande varietà di effetti espressivi. Rielaborazione lontana dall'originale quanto - per dare un'idea - il musical Notre Dame de Paris lo è dal celebre romanzo di Hugo. Prendi l'Adagio molto de l'Autunno, dilatato in una sorta di Concierto de Aranjuez, con protagonista la chitarra: teneramente melanconico, ma ben poco vivaldiano.
Quattro celebri brani per fisarmonica
Molto più “normale” l'esecuzione de Las Cuatro Estaciones Porteñas, la suite di quattro tanghi sinfonici per bandoneón, piano ed archi composta tra il 1965 ed il 1970 da Astor Piazzolla, musicista alfiere del nuevo tango, e nota anche come Le quattro stagioni di Buenos Aires (porteños sono infatti i nativi della capitale argentina). Normale, vien da dire, perché già pensata appunto per uno strumento ad ance - Piazzolla era ottimo interprete della variante sudamericana della fisarmonica – e non bisognosa quindi di aggiustamenti. Il giovane virtuoso lituano dimostra di comprenderne pienamente lo spirito interiore, aderendo convinto a quella specie di nervosa, palpitante saudade che pervade l'inusuale raccolta.
P.S. Levickis si esibisce su d'una italianissima fisarmonica Pigini Nova.